Il momento più importante è il colloquio con il medico, il quale deve riuscire a capire innanzitutto se il farmaco incriminato è realmente responsabile della reazione riferita e se la reazione riferita è una reazione di tipo allergico.
È importante che il paziente riferisca all'allergologo il nome esatto del farmaco incriminato, i sintomi sviluppati (magari riportati su un referto di pronto soccorso), l'ora di assunzione e gli eventi che hanno preceduto e seguito la sua assunzione (pasti e loro composizione, attività motoria, assunzione di altri farmaci o integratori, ecc...), ed il perché è stato assunto quel farmaco (infezioni o altre patologie).
Pertanto è bene non far trascorrere molto tempo tra la reazione e la visita allergologica per non dimenticare particolari importanti che possono essere utili al medico.
E' consigliabile procurarsi per tempo copie di cartelle cliniche di eventuali ricoveri nel corso dei quali si sarebbero sviluppate presunte reazioni avverse a farmaci.
Come si svolge una visita allergologica per allergie a farmaci e mezzi di contrasto
In caso di reazioni avverse a mezzi di contrasto è opportuno richiedere all'anestesista di mettere per iscritto sul referto il nome della sostanza somministrata.
Dopo il colloquio il medico deciderà se è opportuno praticare dei test con il farmaco incriminato per dimostrate la reattività del sistema immunitario nei suoi confronti.
I test possono essere eseguiti sul sangue, sulla cute ed infine, se questi hanno dato esito negativo, il farmaco va somministrato di nuovo al paziente, a piccole dosi, sotto stretta osservazione.
Se viene dimostrata la condizione di ipersensibilità (allergia) allora si procederà con il testate i farmaci alternativi strutturalmente o funzionalmente correlati al farmaco responsabile dell'allergia che sono potenzialmente a rischio di cross-reazione.
Ciò significa che non saranno testate le migliaia di farmaci in commercio in Italia in maniera casuale o in base alle preferenze del paziente.
Ed esempio se il paziente ha un'allergia ad un antinfiammatorio si testeranno uno o più antinfiammatori alternativi, se invece ha un'allergia ad un antibiotico della famiglia dei betalattamici, si testerà un altro betalattamico alternativo, se invece ha un'allergia ad un anestetico locale si testerà soltanto un altro anestetico locale.
Questo perché le allergie ai farmaci sono abbastanza "selettive", a differenza delle allergie a pollini ed alimenti, ciò significa che chi ha sviluppato un'allergia ad un farmaco ha la stessa probabilità della popolazione generale di sviluppare allergie (o altri tipi di eventi avversi) nei confronti di altri farmaci con struttura chimica diversa.
Va anche detto che chi ha allergie a pollini o alimenti non ha una probabilità superiore agli altri di sviluppare allergie a farmaci e quindi non deve assolutamente praticare test di tolleranza "preventivi" per nessun motivo.
Non va richiesto all'allergologo di testate direttamente dei farmaci d'emblée, senza prima eseguire una consulenza (come spesso accade con gli anestetici locali) perché:
1) eventuali test vanno programmati in base alle procedure ed alla durata;
2) l'allergologo non è un semplice esecutore materiale;
3) se si eseguono test cutanei "preventivi" inutili, non indicati, si rischia di indurre una sensibilizzazione allergica al
farmaco testato;
4) non tutti i farmaci possono essere testati sulla cute, ma potrebbero richiedere una somministrazione orale, intramuscolare, sottocutanea o endovenosa.